Aumento volume polpacci

Aumentare il volume dei polpacci può rendersi necessario quando il diametro dei polpacci è non proporzionato rispetto al diametro della coscia; questa situazione può verificarsi in seguito a malattie (piede equino, piede torto, piede valgo, poliomielite, etc…), dopo eventi traumatici o più semplicemente in caso di ipotrofie muscolari congenite (scarsa muscolatura) e/o di gambe arcuate. Può interessare una od entrambe le gambe.
La corsa, la bicicletta e/o più generalmente l’esercizio fisico spesso accentuano il difetto (ipertrofizzando, cioè aumentando, gli altri muscoli delle gambe) e peggiorano la situazione del/della paziente sia dal punto di vista estetico che psicologico.
Dopo una prima visita specialistica per valutare la situazione clinica del paziente (entità del problema, eventuali asimmetrie, valutazione della qualità della cute, dello spessore del tessuto sottocutaneo, condizione della muscolatura sottostante, aspettative del/della paziente) e l’eventuale esecuzione di indagini diagnostiche specifiche si deciderà l’opzione terapeutica più opportuna: ogni paziente infatti presenta delle esigenze e problematiche assolutamente individuali.
Le soluzioni possibili sono essenzialmente tre:
  • impianto di filler;
  • lipofilling (autotrapianto di grasso o lipotransfer);
  • impianto di protesi (mioplastica);
Le tre opzioni terapeutiche talvolta possono anche essere associate.

Impianto di filler
Consiste nell’inserimento e posizionamento con specifiche microcannule di un particolare acido ialuronico a lento riassorbimento e più lunga durata; il trattamento in genere è ben tollerato (con o senza anestesia locale o anestesia locale e sedazione) e la correzione immediatamente visibile; può residuare un gonfiore di modesta entità per un paio di giorni e occasionalmente formarsi qualche piccolo livido.
E’ possibile riprendere dopo appena 24-36 ore le proprie normali attività lavorative e relazionali.
L’impianto ha una durata che oscilla da 8 a 18 mesi a seconda del prodotto utilizzato, dell’entità del difetto da correggere, della qualità dei tessuti, dell’età del paziente e del tipo di vita condotto.
Se da una parte quindi questa opzione terapeutica richiede trattamenti periodici ripetuti dall’altra ci offre la possibilità, di volta in volta, di rivalutare l’imperfezione, decidere la più precisa modalità di correzione ed il miglior risultato estetico.
Bisogna comunque ricordare che qualche volta il filler impiantato, in ragione della dinamicità della regione corporea e dei movimenti dei muscoli, può avere una tendenza a migrare dalla sede iniziale e dare risultati correttivi estetici meno soddisfacenti (pur non rappresentando alcun pericolo vista la sua completa riassorbibilità).

Lipofilling (autotrapianto di grasso o lipotransfer)
Consiste nell’aspirazione e successivo re-impianto/re-iniezione nelle zone deficitarie di tessuto adiposo prelevato dallo stesso individuo (in genere da addome, interno ed esterno cosce, interno ginocchia, sottoglutei, etc…).
Il limite di questa metodica è il riassorbimento parziale del grasso trapiantato. Solo una certa percentuale di cellule adipose attecchisce definitivamente (in media dal 30 al 50%) mentre l’altra parte viene riassorbita; inoltre nel polpaccio il grasso trasferito, in ragione della particolare dinamicità della regione corporea alla deambulazione e dei movimenti dei muscoli, può avere una tendenza al riassorbimento maggiore rispetto ad altre zone dove l’attecchimento è “meno sollecitato” e più stabile: bisogna quindi preventivare più di una seduta.
Recentemente comunque, grazie ad una metodica di ultima generazione di processazione meccanica a circuito chiuso del tessuto adiposo, lo si può “arricchire” di cellule staminali ottenendo in tal modo una ben più alta percentuale di attecchimento definitivo (fino all’80-85%) del grasso trasferito.

Preparazione all’intervento: non assumere acido acetilsalicilico (aspirina) o farmaci similari da almeno una settimana prima dell’intervento per evitare problemi di coagulazione .

Anestesia: locale o locale con sedazione (in base al numero delle zone da trattare e del difetto da correggere).

Durata: da ½ ora a 1 ora (in base al numero delle zone da trattare e del difetto da correggere).

Tempi della procedura:
  • infiltrazione (soluzione fisiologica, anestetico locale e vasocostrittore);
  • prelievo tessuto adiposo (utilizzando microcannule di 1-3 mm);
  • centrifugazione e/o processazione meccanica a circuito chiuso del tessuto adiposo;
  • impianto del tessuto adiposo così ottenuto nelle zone deficitarie (utilizzando microcannule di 1-3 mm);
  • medicazione compressiva/contenitiva (per 12-24 ore).
In regime ambulatoriale o di day surgery (in base al numero delle zone da trattare e del difetto da correggere).

Post-operatorio:
  • possibile edema per 8-10 giorni (utile applicazione di ghiaccio nelle prime 24 ore);
  • modesto dolore controllabile con normale terapia antidolorifica;
  • possibili minimi ematomi per 7-8 giorni;
  • l’attività lavorativa può essere ripresa dopo due settimane;
  • evitare l’attività motoria-sportiva per 15-20 giorni.

Cicatrici residue: con il tempo diventano praticamente invisibili o al massimo interpretabili come modestissime imperfezioni cutanee (il punto di ingresso delle microcannule è realizzato con microincisione che non richiede alcun punto di sutura).

Possibili complicanze: alterazione temporanea della sensibilità cutanea, infezioni, etc… ognuna delle citate complicanze sarà esaurientemente descritta al/alla paziente.

Controindicazioni: non esistono particolari controindicazioni. E’ buona norma comunque evitare la procedura quando ci sono processi infiammatori in atto, condizioni oncologiche in atto, durante la gravidanza ed in età inferiore ai 18 anni.

Impianto di protesi (mioplastica)
E’ un intervento chirurgico che consiste nel posizionamento di protesi di silicone (costituite da un involucro esterno di silicone e all’interno da un gel di silicone, simili a quelle utilizzate per l’aumento del seno ma non proprio uguali) di dimensioni, forme e volumi diversi sopra o sotto il piano muscolare, o sotto la fascia muscolare, sul versante mediale e/o laterale a seconda della situazione di partenza, del difetto da correggere e della tecnica chirurgica utilizzata: per avere un buon risultato quindi non è sufficiente aumentare solo la circonferenza del polpaccio ma bisogna ridefinirne il contorno e renderlo armonico con il resto della gamba.
L’intervento deve essere eseguito al termine dello sviluppo corporeo.

Preparazione all’intervento:
  • sospendere terapia ormonale (pillola anticoncezionale o terapia sostitutiva in menopausa) 20-30 giorni prima;
  • non assumere acido acetilsalicilico (aspirina) o farmaci similari da almeno una settimana prima dell’intervento per evitare problemi di coagulazione;
  • si ricorda che i fumatori di tabacco hanno un rischio notevolmente aumentato di cattiva cicatrizzazione, ritardo di guarigione e di insorgenza di complicanze: astenersi quindi dal fumo di tabacco almeno due settimane prima e due settimane dopo l’intervento.

Anestesia: locale con sedazione o periferica.

Durata: da 1 a 2 ore.

Tempi della procedura:
  • infiltrazione anestetica (se si procede con anestesia locale con sedazione);
  • incisione a livello del cavo popliteo (dietro il ginocchio) da 3 a 5 cm (a seconda dell’entità del difetto da correggere);
  • confezionamento della “tasca” che “alloggerà” la protesi;
  • inserimento protesi;
  • medicazione modellante (per 12-24 ore) e posizionamento calza elastica compressiva/contenitiva per 15-20 giorni.
In regime di day surgery o in regime di ricovero con 1 notte di degenza

Post-operatorio:
  • dolore controllabile con normale terapia antidolorifica;
  • possibili ecchimosi ed ematomi per 10-15 giorni;
  • edema per 30-40 giorni;
  • rimanere a riposo con arti sollevati per 48-72 ore;
  • dopo 3-4 giorni è opportuno riprendere a camminare (per prevenire fenomeni tromboembolici) con l’aiuto di stampelle per evitare il carico totale sulle gambe (non solo provoca dolore ma può anche determinare una dislocazione della protesi);
  • l’attività lavorativa può essere ripresa dopo 15-20 giorni;
  • evitare l’attività motoria-sportiva per 30-40 giorni

Cicatrici residue: sono poco visibili in quanto rimangono nascoste nel cavo popliteo (dietro al ginocchio). Si precisa che la qualità finale della cicatrice dipende non solo dalla giusta attenzione che il chirurgo deve prestare all’esecuzione della sutura ma anche e soprattutto dalla reattività cutanea individuale.

Possibili complicanze: alterazione temporanea della sensibilità cutanea, cicatrici ipertrofiche, contrattura capsulare (retrazione della capsula periprotesica), decubito delle protesi e conseguente ulcerazione cutanea, ematoma persistente, infezioni, dislocazione/malposizione/spostamento, rottura della protesi, etc… ognuna delle citate complicanze sarà esaurientemente descritta al/alla paziente.

Controindicazioni: non esistono particolari controindicazioni. E’ buona norma comunque evitare la procedura quando ci siano processi infiammatori in atto, condizioni oncologiche in atto, durante la gravidanza ed in età inferiore ai 18 anni.